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Un po di chiarimenti: HACKER!


Parte by Wikipedia:
Un hacker (termine coniato negli Stati Uniti del quale è difficile rendere una corretta traduzione in italiano) è una persona che si impegna nell'affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai suoi ambiti d'interesse (che di solito comprendono l'informatica o l'ingegneria elettronica), ma in tutti gli aspetti della sua vita.
Esiste un luogo comune, usato soprattutto dai mass media (a partire dagli anni ottanta), per cui il termine hacker viene associato ai criminali informatici, la cui definizione corretta è, invece, "cracker".

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"Recentemente" è stato adottato anche un simbolo dalla comunita hacker, il glider (immagine iniziale:
Quando inserisci il glider nel tuo sito web, o lo indossi nell'abbigliamento, oppure lo mostri agli altri in qualche modo, ti stai visibilmente associando con la cultura hacker. È una cosa diversa dall'affermare che sei un hacker — quello è un titolo che generalmente deve essere conferito dagli altri piuttosto che autoproclamato. Ma usando questo simbolo, esprimi rispetto per gli obiettivi degli hacker, per i valori degli hacker, e per lo stile di vita hacker.

Ora veniamo a noi....


Come tutti gli appassionati di un particolare settore l’hacker cerca di condividere le proprie scoperte e le proprie idee con altri appassionati e con chiunque sia interessato al suo lavoro, per ottenere risultati sempre più interessanti e per evitare di “reinventare la ruota”. La comunità hacker è molto attiva in rete e un enorme numero di idee e di programmi che sono usati in tutto il mondo sono frutto del lavoro degli hacker: i primi calcolatori personali, le prime versioni di Unix, l’intero sistema Linux e la stessa Internet non sarebbero mai nati senza il lavoro appassionato di gruppi di utenti che riunivano il gioco e la creatività nella creazione di nuovi programmi utili. Per quanto riguarda Internet, tutti i protocolli usati, compreso l’onnipresente HTTP, sono frutto del lavoro corale di individui e gruppi di ricerca: chiunque ha le capacità di farlo può contribuire ad un lavoro di programmazione. I membri dei gruppi più ufficiali, come il CERN (promotore iniziale di HTTP), forse si considerano più “ricercatori” che “hacker”, ma tutti gli appassionati che hanno contribuito a questi progetti spesso sono solo persone che seguono le novità da casa o studenti che contribuiscono usufruendo dei laboratori universitari. In effetti, la differenza tra “ricercatore” ed “hacker” è abbastanza sottile, ed è difficile che un programmatore si definisca “hacker” in prima persona: “hacker”, come “guru” (grande esperto), è un titolo con cui si viene chiamati, mentre è immodesto usarlo riferito a se stessi.
Al nostro modo creativo ed efficace di fare le cose, purtroppo, fanno fronte i grossi colossi commerciali che tendono a denigrare il nostro lavoro e le nostre innovazioni, spesso riscoprendo nostre vecchie idee dopo anni e spacciandole per innovative. I file con i nomi lunghi e la protezione dei dati personali, per esempio, noi li abbiamo dagli anni ‘70.
Un simpatico libro che racconta dei primi hacker è “Hackers”, di Steven Levy, recentemente tradotto in italiano

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